(fonte “Te lo dico io”)
I Paesi più poveri del mondo sono localizzati tutti nel continente africano, più precisamente nella zona detta Africa Nera, anche se è più corretto chiamarla Africa Subsahariana. Oggi andremo ad analizzare l’economia e i problemi dei 5 Paesi più poveri al mondo, i quali hanno un PIL Pro Capite bassissimo e un ISU(Indice Sviluppo Umano) altrettanto basso, naturalmente, da record mondiale negativo. I paesi in questione sono i seguenti: Repubblica Democratica del Congo, Zimbabwe, Burundi, Liberia ed Eritrea. I paesi in questione non sono paesi del terzo mondo, bensì paesi del quarto mondo. Questo in quanto, tra i paesi del terzo mondo vi sono i paesi che sono in via di sviluppo, mentre i paesi in questione, sono paesi senza alcuna possibilità di sviluppo concreto, ergo, avranno sempre bisogno degli aiuti umanitari per poter sopravvivere.
Repubblica Democratica Del Congo
La Repubblica Democratica Del Congo è il paese più povero del mondo per ciò che riguarda il Prodotto Interno Lordo Pro Capite, esso è inferiore a 1.000 dollari, e anzi, è molto al di sotto di questa cifra. Il Congo sarebbe potuto essere uno dei paesi più ricchi di tutta l’Africa, ma non è così, perché le sue importanti miniere di diamanti sono state sfruttare dai popoli stranieri, rigorosamente occidentali, e ormai di quelle risorse è rimasto poco e nulla. Nonostante questo, le risorse minerarie continuano a far arricchire nonostante sia rimasto ben poco dell’enorme ricchezza originaria, in questo periodo a sfruttare queste risorse e ad arricchirsi sono le società cinesi specializzate in estrazione di minerali. Però questo non basta, e l’agricoltura locale non riesce nemmeno a soddisfare la domanda interna, quindi trattasi di un’agricoltura di sussistenza, e anche delle peggiori, tra l’altro. Il Congo è in fondo a tutte le classifiche mondiali che contano, è indubbiamente il paese più povero del mondo in assoluto, nonostante le sue risorse avrebbero potuto renderlo un posto più dignitoso, ma ormai molte di quelle risorse sono state depredate.
Zimbabwe
Se la situazione congolese non è delle migliori, non è da meno quella dello Zimbabwe. La speranza di vita in Zimbabwe è inferiore ai 40 anni, c’è una mortalità infantile tra le più alte di tutto il mondo, si tratta di quasi un bambino su 10, e la situazione è in continua evoluzione, purtroppo non positiva, ma solo negativa. Basti pensare che la speranza di vita di quasi tutti i paesi del mondo è aumentata molto negli ultimi anni, mentre invece in Zimbabwe è stata quasi dimezzata, nel secolo scorso, almeno nella sua prima parte la speranza di vita della popolazione locale era di 60 anni, mentre oggi secondo i dati ufficiali è ferma a soli 37 anni. La condizione sanitaria non è altro che una conseguenza della situazione economica, difatti la speranza di vita che crolla rappresenta alla perfezione la situazione. Quasi tutti i paesi stanno crescendo, mentre lo Zimbabwe è in caduta libera. Esso ha un’inflazione tra le più alte mai registrate nella storia. E la disoccupazione è talmente alta che lavorano solamente 15 persone su 100. Insomma, una situazione catastrofica che senza gli aiuti umanitari diventerebbe una tragedia.
Burundi
Il Burundi è un altro paese in grave difficoltà, difatti l’aspettativa di vita in Burundi è di soli 50 anni, e l’età media della popolazione è talmente bassa da non raggiungere nemmeno la maggiore età italiana(18 anni). Il Prodotto Interno Lordo Nominale è di 282$, cioè questi poveri cristi vivono con meno di 1$ al giorno, e anzi, anche di meno, visto che la ricchezza non è equamente distribuita. La situazione del Burundi, dal punto di vista prettamente finanziario non è disperata come quella dello Zimbabwe ma è comunque molto grave, e solamente gli aiuti umanitari permettono al popolo di tirare avanti.
Liberia
La Liberia sta pagando a caro prezzo due guerre civili, e le conseguenze del Golpe del 1980 le cui conseguenze hanno portato proprio le due guerre civili, e non solo guerre, perché come la storia ci insegna, la guerra porta fame. Tant’è che l’economia della Liberia è stata letteralmente disintegrata, c’è stato un crollo del 90% del PIL, che l’ha portata dall’essere un paese con dati molto simili a quelli dell’Africa Settentrionale(basti pensare all’Egitto) all’essere una delle 5 nazioni più povere del mondo. Un declino inevitabile viste le tensioni interne. Al momento, la sopravvivenza del popolo liberiano dipende in gran parte dagli aiuti umanitari, e di conseguenza è a tutti gli effetti un paese del quarto mondo. Dopo la fine delle tensioni, la Liberia è tornata a crescere, tant’è che nei primi anni del secondo decennio del ventunesimo secolo(2010-2019) l’economia risultava essere una delle più importanti in fatto di crescita, però questa crescita è stata rallentata dai gravi problemi interni: carenza di infrastrutture adeguate per la produzione dei prodotti da esportare, e i costi di trasporto, sono solo due dei gravi problemi che ne stanno rallentando la crescita.
Eritrea
L’Eritrea è l’ennesimo paese che ha un’agricoltura prevalentemente di sussistenza, che non basta nemmeno a soddisfare la domanda interna. Uno dei problemi principali di questo Paese è dato dalla guerra che ha portato ingenti danni materiali e umani, e ha anche contribuito a far diminuire l’esportazione dei prodotti e ad aumentare l’importazione. Qualsiasi paese importi più di quanto esporti ha dei problemi economici da risolvere, e quando si tratta di un paese che è già di per sé molto povero, la situazione diventa insostenibile. Ed è per questo che gli aiuti umanitari sono diventati essenziali per permettere alla popolazione di sopravvivere. In realtà l’Eritrea così come altri paesi africani potrebbe essere ricchissima, in quanto ha giacimenti di oro, petrolio e tanti altri materiali importanti, ma sono gli altri(paesi occidentali con le loro società che si occupano dell’estrazione di questi materiali) ad approfittarne, mentre l’Eritrea lentamente… muore.
(fonte “Te lo dico io”)